“Come qualcuno di voi forse saprà, ho iniziato la mia carriera come ricercatore contro la malaria. Ho aspettato a lungo il giorno in cui avremmo avuto un vaccino efficace contro la più antica e mortale delle malattie infettive. Finalmente quel giorno è arrivato”: così il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha annunciato in conferenza stampa da Ginevra l’arrivo del Mosquirix, il primo vaccino approvato dall’Oms contro la malaria. Una notizia storica, e non solo perché per la prima volta spiana la strada nella lotta alla malattia che più di ogni altra miete vittime in Africa e nel Sudest asiatico, ma anche perché quello messo a punto dalla casa farmaceutica britannica Glaxo SmithKline è il primo vaccino sviluppato per una qualsiasi malattia parassitaria. I parassiti sono molto più complessi di virus o batteri e la ricerca di un vaccino contro la malaria è in corso da più di un secolo. “È un enorme salto dal punto di vista scientifico avere un vaccino di prima generazione contro un parassita umano”, ha dichiarato Pedro Alonso, infettivologo e direttore del programma di contrasto alla Malaria dell’Oms. Secondo World Malaria Report del 2020, circa 400mila persone all’anno muoiono di malaria, due terzi dei quali sono bambini africani sotto i 5 anni.
Una ‘santa’ alleanza?
All’inizio del programma pilota – finanziato grazie a una ‘santa alleanza’ fra GAVI, Fondo globale per la lotta all’AIDS, tubercolosi e malaria, e UNITAID – nei primi mesi del 2019, il Mosquirix era stato somministrato a più di 800mila bambini in Ghana, Kenya e Malawi. In sé, il vaccino aveva dimostrato un’efficacia limitata, prevenendo il 39% dei contagi e il 29% dei casi gravi. Ma uno studio condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM) ha rilevato che quando ai bambini piccoli venivano somministrati sia il vaccino che i comuni farmaci antimalarici, si registrava una riduzione del 70% dei ricoveri ospedalieri o dei decessi. Dopo l’annuncio dell’Oms, GSK si è impegnata a fornire fino a 15 milioni di dosi all’anno ai paesi in cui la malaria è considerata una malattia ‘endemica’ con una maggiorazione sul prezzo che non superi il 5% del costo di produzione. Finora, le misure preventive più diffuse contro la malaria erano rappresentate dalle bonifiche dei terreni e dalle zanzariere impregnate di insetticida, il cui utilizzo – secondo le stime – avrebbe ridotto i decessi tra i bambini sotto i 5 anni del 20%.
In salvo migliaia di vite?
La malaria è una forma di malattia febbrile acuta che si presenta con sintomi come febbre, mal di testa e brividi. Viene trasmessa dalle punture di zanzare infette e può portare al decesso anche in sole 24 ore se non trattata in maniera adeguata. Fra le categorie particolarmente colpite, oltre i bambini, ci sono le donne incinte e i soggetti sieropositivi. In realtà, l’approvazione dell’Oms non è la prima che il vaccino riceve: nel luglio 2015 l’Ema ne aveva approvato l’uso nei bambini di età compresa tra 6 e 17 mesi ma solo in paesi dove la malattia è endemica. Pochi mesi dopo però il comitato consultivo sui vaccini dell’Oms aveva raccomandato ulteriori studi per raccogliere dati sulla logistica, sulla sicurezza e sull’efficacia del vaccino, per comprendere meglio quale sarebbe stato il suo reale beneficio nel mondo reale. Uno studio recente ha stimato che se fosse distribuito nei paesi con la più alta incidenza di malaria al mondo, il Mosquirix potrebbe prevenire 5,4 milioni di casi e 23mila decessi di bambini di età inferiore ai 5 anni, ogni anno.
Fonte ISPI Daily Focus