Little Hands Cantù

Associazione little handsL’Associazione Mondeco Onlus collabora con l’Associazione Little Hands di Cantù.

Via Giulio Carcano 23 – 22063 Cantù ( CO ) Tel (+39) 3391231130 fax 031-706490

www.littlehands.it

 

Da diversi anni l’Associazione Mondeco Onlus collabora con Little Hands promuovendo i prodotti di artigianato e aiutando l’Associazione a sviluppare i progetti in aiuto dei bambini del Benin, del Burkina del Messico e della Columbia.

Burkina Faso

Progetto in collaborazione con Mondeco Onlus

progetto asilo BII SONGO BURKINA FASO

Benin

Progetto in collaborazione con Mondeco Onlus

progetto PIROGA 2016 – 2018

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Fase due del Progetto Zero bambini sul Lago-Banin

Lavoro minorile: la posizione dell’UNICEF

©UNICEF/Shehzad Noorani
L’articolo 12 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia afferma che i bambini ed i ragazzi hanno il diritto di essere gli attori della propria vita e di partecipare alle decisioni che li riguardano, mettendo in discussione in modo profondo e radicale gli atteggiamenti che danno per scontato che i bambini e i ragazzi debbano essere visti ma non ascoltati.

A proposito di “lavoro minorile”, è importante ricordare alcuni principi chiave della Convenzione in materia di “partecipazione dei ragazzi alle decisioni che li riguardano”, perché sul tema del lavoro minorile molti passi significativi in avanti sono stati compiuti proprio grazie all’ascolto e alla partecipazione dei bambini e dei ragazzi lavoratori.

Chi meglio dei ragazzi e delle ragazze lavoratrici può aiutarci a capire ciò che di meglio possiamo fare per migliorare le loro condizioni di vita ed attuare i loro diritti?

Negli anni gli organismi internazionali che si occupano del problema hanno evoluto il loro approccio, grazie anche all’approfondimento fornito da studi e ricerche realizzati nei diversi paesi del mondo, ma grazie anche all’ascolto dei minori coinvolti nelle diverse forme di impiego in attività economiche.

La stessa Raccomandazione 190 prevede che i programmi di azione previsti dalla Convenzione n.182 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro – ILO/OIL sulle peggiori forme di sfruttamento del lavoro minorile siano formulati “(…) prendendo in considerazione le opinioni dei minori direttamente colpiti dalle forme peggiori di lavoro minorile(…)”.

Child Labour e Child Work

©UNICEF/Tom Pietrasik

La distinzione fondamentale proposta dall’UNICEF è quella tra child labour e child work.

La traduzione in italiano questi termini ha spesso dato adito a profondi fraintendimenti, si propone quindi di tradurre il child labour come sfruttamento del lavoro dei minori, in questo caso si fa riferimento al lavoro che non consente di accedere all’istruzione, al lavoro pesante, che ostacola lo sviluppo fisico psichico e sociale e morale dei minori coinvolti.

Il child work che potremmo definire lavoro minorile leggero, è quello che non ostacola l’istruzione, consente al minore di partecipare all’economia familiare e non ha effetti negativi sullo sviluppo.

Studi e ricerche successive hanno consentito di approfondire l’argomento e anche di superare alcuni stereotipi che non aiutano a comprendere il fenomeno.

Come ricordato anche in “We the children“, il Rapporto presentato dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan in occasione della Sessione speciale dell’Assemblea generale dedicata all’infanzia (New York, maggio 2002), nonostante molta attenzione sia stata accordata ai settori formali e alle esportazioni, soltanto il 5 % del lavoro minorile viene rilevato in questi ambiti.

Proprio sulla base delle situazioni e dei diversi tipi di lavori nei quali i minori sono coinvolti, occorre ricordare che la Banca Mondiale, l’Organizzazione Internazionale sul Lavoro e l’UNICEF stanno realizzando un progetto congiunto internazionale dal titolo “Comprendere il lavoro minorile“.

Ed è per comprendere meglio la situazione dei bambini e dei ragazzi lavoratori, per promuovere la loro partecipazione, per individuare azioni comuni, per capire quali siano le strategie migliori per stare al loro fianco, che l’UNICEF ha nei giorni scorsi contribuito all’organizzazione di una serie di incontri in Italia dei ragazzi lavoratori di vari paesi, riuniti nel movimento NATs.

La considerazione dell’interesse superiore dei bambini / ragazzi, e l’ascolto delle loro voci, deve essere il principio guida per far uscire le politiche di contrasto al lavoro minorile dal piano delle dichiarazioni di principio e calarle nella realtà, se vogliamo davvero aiutare i bambini lavoratori a costruirsi un futuro migliore.


Associazione Little Hands

Fondata nel 2010 a Cantù ha come obiettivo di favorire lo sviluppo di relazioni di solidarietà e di collaborazione con i movimenti dei bambini e adolescenti lavoratori gli e.j.t. Enfants Jeunne travailleur in Africa e i Nats Ninos Adolescentes Trabajadores in America Latina

Durante un’assemblea dei delegati Nats (Niños y Adolescentes Trabajadores) del Manthoc, in Perù, è stata avanzata al presidente di Little Hands Fabio Cattaneo , la richiesta di importare e vendere prodotti realizzati da ragazzi lavoratori.

I Nats intendevano in questo modo far diffondere in Italia le idee del loro movimento.

Diverse sono state le attività di sensibilizzazione con l’obiettivo di promuovere una progressiva presa di coscienza del problema, portando in Italia la voce dei MBAL e organizzando seminari e incontri continentali dei movimenti a Milano nel 2000 , a Siena 2006 e Berlino 2008.

Dopo diversi anni di informazione e sensibilizzazione, portate avanti sia con la vendita di prodotti sia grazie ai dibattiti, possiamo dire che lo scenario in Italia oggi è mutato: molte persone appoggiano i progetti e le idee dei MBAL e riconoscono il valore del lavoro dignitoso svolto da bambini e adolescenti. Dopo questi successi ci sembra importante continuare a rafforzare questi progetti, contribuendo al sostegno delle realtà produttive di bambini e adolescenti attraverso il duplice canale della vendita e dell’informazione.

In questo contesto durante un viaggio per il commercio equo in Colombia i ragazzi nats chiedono che possa nascere in Italia una struttura che collabori solo con progetti dei ragazzi nats e degli ejt . Tale richiesta fu accolta e portata in Italia dall’attuale presidente di Little Hands una proposta concreta per dare più visibilità ai progetti dei Mbal, perché rappresenta un concreto progetto di sostegno ai movimenti auto-organizzati che rivendicano il diritto ad un lavoro dignitoso e all’ascolto da parte delle organizzazioni internazionali.

In questo periodo di crisi economica globale, scelte come questa risultano d’importanza strategica, in quanto, migliorando e valorizzando le relazioni con i movimenti di bambini ed adolescenti lavoratori, consentono di creare forme di lavoro dignitoso per le fasce più deboli e più povere della popolazione, in cui ovviamente rientrano soprattutto i bambini e i ragazzi.

La nascita di Little Hands

A partire dalla sua nascita, Little Hands ha stretto legami di collaborazione con le seguenti realtà: Ejt in Benin, Ejt in Burkina Faso, i Nats in Colombia con 3 organizzazioni Pequenos Trabajadores, Creciendo Unidos e Escuela Viajera . Lo scopo di L H in stretto contatto con i movimenti di base ejt e nats è quello di sostenere nei loro paesi le AGR (attività generatrici di reddito) attraverso un programma di attività equo solidali con importazioni di alcuni prodotti realizzati dagli stessi ragazzi . Tale attività di economia solidale permette ai ragazzi di avere un lavoro dignitoso , un salario garantito, di lavorare in ambienti salubri e di poter avere delle entrate economiche per il sostentamento e per poter partecipare alle attività scolastiche.

I viaggi missione e gli incontri con i ragazzi nei loro paesi hanno sempre più rafforzato il legame con loro e stimolato le riflessioni per poter collaborare al meglio per un progetto di cooperazione.

Le attività di economia solidale dell’associazione si focalizzano in particolare sulle collaborazioni con piccoli gruppi di base ejt in Benin e Burkina Faso. Visto le continue richieste da parte dei ragazzi ejt di poter assicurare loro uno sbocco di vendita dei loro prodotti in Italia attraverso la commercializzazione nelle botteghe del commercio equo Italiano, l’associazione Little Hands , ha preso coscienza che da sola non riuscirebbe a far fronte alle tante richieste che giungono dai ragazzi.