Il dottor Bollini, per tutti Pino, è partito per Sololo il 5 marzo 2018. Ecco i suoi primi racconti…
“Un venerdi santo piu’ reale di così … Non riesco ad abituarmi alle ingiustizie …
Condivido con gli amici queste due ennesime ingiustizie. Abbraccio, pino”
“Abbiamo visitato il campo profughi di Dambala Faciana, 10 Km dal nostro villaggio.
Numerose le organizzazioni governative ed internazionali intervenute; ma il numero di chi è arrivato con nulla è impressionante. Non ci sono capanne e neppure tende per ospitarli. Sono strutture precarie con legno delle poche piante locali sacrificate; viene intrecciato in modo tradizionale e ricoperto da un pezzo di tela di plastica. Siamo in piena stagione delle piogge, con scrosci violenti e torrenziali. Precaria ogni situazione igienica di vita promisqua di oltre 4.500- persone in prevalenza donne e bambini piccoli
Come con Cristo, ingiustamente condannati a questa loro fuga che di fatto si trasforma in una dolorosissima croce che ognuno deve portarsi, sperando che non diventi realmente il proprio patibolo. Così come c’era chi si divideva la tunica, oggi c’è chi scatta foto senza rendersi conto dei bambini che rischia di schiacciare retrocedendo nel continuare a guardare in camera. Per molti sono affari. Per altri c’è dedizione e sacrificio per fare fronte a tutto questo immenso bisogno.
I residenti di Dambala Faciana, che sono in numero inferiore alla metà degli arrivi, li hanno accolti e si sono tassati di circa 15 centesimi di euro a testa per fare fronte al tempo necessario alla macchina degli aiuti governativi ed internazionali di poter arrivare.
Già da pochi km di distanza da qui, c’è la forzata indifferenza a tutto. Occorre pensare alla propria sopravvivenza quotidiana, come fanno gli stessi beneficiari del nostro progetto, che posseggono, si e no, il minimo necessario per farlo. Tra questi c’è chi chiede per i propri figli che vengano date anche a loro le stesse cose che vengono distribuite ai profughi.
In questo mix di ingiustizie ed eroismi quello che mi fa sentire peggio è il senso d’impotenza che mi pervade.”
e questi sono i ‘luoghi dell’accoglienza’…
Perché scappano? Perché profughi anche li?
“I Tigrai, minoranza della popolazione ma da sempre al potere in Etiopia si sono scontrati sempre con gli Oromo che sono il 50% della popolazione. Vedi FLO = fronte di liberazione oromo. Il mese scorso il primo ministro (Tigrai) ha dovuto dimettersi e sono iniziati gli scontri poichè l’occasione per gli Oromo diventava o adesso o mai piu’. Da qui la fuga in massa. Tuttavia al momento stanno ragionevolmente trattando a tavolino e sembra che ieri si sia arrivati ad un accordo per un primo ministro Oromo. Se questo regge, si evita una sicura guerra civile dagli incerti risultati e la popolazione potrebbe presto rientrare in Etiopia.”
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